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10 cose da vedere a Chioggia, incluso "el Gato de Ciosa"

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A quaranta chilometri da Venezia troviamo Chioggia, una caratteristica cittadina sopra un'isola all'estremità sud della laguna Veneta. Visitare Chioggia richiede qualche ora. Più che nei monumenti l'interesse della cittadina, la definirei una Venezia in miniatura, sta nel pittoresco della sua fisionomia, nei suoi canali scavalcati da ponti e nelle vie fiancheggiate da edifici veneziani. In una domenica dal tempo un po' incerto, non ho pensato due volte a prendere la macchina e visitare questo gioiellino che dista solo trentacinque minuti d'auto da casa mia (senza traffico estivo).

cosa vedere a chioggia
l'arrivo a Chioggia dal ponte Lungo

Pronti a scoprire Chioggia? Ecco le dieci cose da vedere, almeno secondo me:

1) DUOMO
Arrivando per porta Garibaldi si sbuca nel campo dove sorge il Duomo, su disegni di Baldassarre Longhena, ma che in realtà ha origini ancora più antiche (data almeno al Mille). All'interno spiccano un pulpito marmoreo e diverse tele di scuola venete dal '700, tra cui un'opera giovanile del Tiepolo.

cosa vedere a chioggia
interno del Duomo

2) CORSO DEL POPOLO
Dal Duomo inizia il Corso del Popolo, l'arteria principale della città, lungo 830 metri e per metà pedonale. Percorrendolo si incontrano diversi edifici in stile veneziano, tra cui il Palazzo Comunale e numerosi bar e ristoranti fulcro della vita notturna cittadina.

cosa vedere a chioggia
Corso del Popolo

3) PIAZZA VIGO e il “GATO DE CIOSA”
Dopo aver percorso tutto il Corso del Popolo si arriva alla piazzetta Vigo, una piazza che si apre sulla laguna e da dove partono i battelli per Pellestrina e per Venezia. Nel centro della piazza sorge una colonna in marmo greco con capitello bizantino che regge un leone di San Marco. Mi raccomando, osservate con moderazione questo leone :( A causa delle sue modeste dimensioniè stato battezzato“Gato de Ciosa”(il gatto di Chioggia), e a quanto pare gli abitanti di Chioggia non ne vanno per niente fieri. Mi ricordo moltissimi anni fa, in visita a Chioggia con i miei genitori, arrivò un uomo minacciando di buttarci tutti in acqua solo per il fatto che stavamo guardando il “gatto” ridendo (io avrò avuto dieci anni... parliamone). L'origine di questo nome si perde nei secoli e testimonia le antiche rivalità tra chioggiotti e veneziani.

cosa vedere a chioggia
il famoso leone di San Marco, el gato de Ciosa

4) CANALE DELLA VENA
L'anima di Chioggia e dei suoi abitanti si scopre poco a poco. Attraversato il ponte Vigo si ha una bellissima visuale sul canale della Vena. Questo è il canale più caratteristico della città, un piccolo angolo di Venezia che offre scorci davvero suggestivi.

cosa vedere a chioggia
ponte Vigo

cosa vedere a chioggia
Canale della Vena

5) GLI ABITANTI DI CHIOGGIA E LE BARUFFE CHIOGGIOTTE
Può capitare, durante le giornate d'estate, di imbattersi in prove teatrali lungo le calli e piazzette di Chioggia. Le baruffe chioggiotte di Goldoni le conosciamo tutti, ma quello che vorrei qui farvi osservare è ilcarattere focoso degli abitanti di Chioggia con il loro singolare dialetto, completamente diverso da quello veneto. Provate ad ascoltare con attenzione quando la gente parla: l'accento, la cadenza e le parole non hanno niente a che fare con Venezia.


cosa vedere a chioggia
baruffe chioggiotte ... on the road

6) MERCATO DEL PESCE
In un centro peschereccio così importante non poteva mancare il mercato del pesce. Situato tra il canale della Vena e il corso del Popolo, viene venduto pesce freschissimo dell'Adriatico e della laguna.
La vera anima peschereccia di Chioggia, comunque, la troviamo lungo il canale di San Domenico: un continuo via vai di pescherecci e imbarcazioni che ti fanno capire quanto sia importante, in termini economici, questo tipo di attività per la città.

cosa vedere a chioggia
mercato del pesce

cosa vedere a chioggia
il canale di San Domenico con i pescherecci
7) CHIESA DI SAN DOMENICO
Questa chiesa duecentesca ha il proprio vanto in un S. Paolo firmato Carpaccio (ultima sua opera di cui si abbia notizia). Notevole anche il grande Crocifisso alto circa 5 metri.

cosa vedere a chioggia
San Domenico

8) IL RITO DELLO SPRITZ
Pure a Chioggia, come in tutto il Veneto, è imperdibile il rito dello spritz. Consiglio di prenderlo al tramonto lungo i caratteristici canali o con vista laguna. 

cosa vedere a chioggia
spritz
9) CENA DI PESCE
Come non si può andare via da Roma senza aver visto il Colosseo, così, anche a Chioggia, non si può dire di aver visto la città senza aver provato il suo pesce. Tantissimi i ristoranti e localini di pesce. Posso fare un nome? Io mi sono fermato presso l'osteria Penzo, in calle Larga Bersaglio 525 vicino alla piazza Vigo. Tra tutti i piatti di pesce presenti sul menu ho scelto il classico: la frittura del pescatore. Buonissima :)

cosa vedere a chioggia
frittura del pescatore
10) SOTTOMARINA
La “sorella” di Chioggia (sono collegate con un ponte) offre un lungo litorale sabbioso con lidi attrezzati. Consiglio di fare una bella passeggiata sulla diga e ammirare l'incontro tra mare e laguna (dove stanno costruendo il Mose). Frequento spesso Sottomarina e, a parte l'acqua del mare poco pulita, devo ammettere che gli spritz e gli aperitivi, con tanto di dj-set in spiaggia, sono imbattibili.  Ah dimenticavo, tra chioggiotti e marinanti (abitanti di Sottomarina) non scorre buon sangue :))

Finiscono qui i miei dieci consigli su cosa vedere a Chioggia, una città dal carattere unico e “folkloristico” che ha mantenuto ancora vive le sue radici e le sue tradizioni.

ALTRE COSE DA FARE IN PROVINCIA DI VENEZIA:





Con le ciaspole dal Passo San Pellegrino al rifugio Fuciade

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Fuciade è un paradiso dolomitico poco distante dal Passo San Pellegrino. In una domenica che doveva essere dedicata all'iscrizione ad un corso di sci di fondo (alla fine non si è combinato niente), abbiamo trovato il tempo per raggiungere in macchina i 1.900 metri del Passo San Pellegrino e di fare una comoda passeggiata, immersi nella pace e nei silenzi della montagna.
In inverno si effettua questa escursione con le ciaspole, ma visto la poca neve presente, abbiamo preferito camminare con gli scarponi normali da trekking evitando così di portare peso inutile. 

ciaspolata a fuciade
partenza dal Passo San Pellegrino
Da Passo San Pellegrino seguiamo le indicazioni per l'hotel Miralago, lungo un sentiero ben battuto. Si segue interamente il percorso in lieve salita che si sviluppa su una pista larga e dove passa ogni tanto il gatto delle nevi che porta i clienti pigri al rifugio Fuciade (a mangiare). Dopo un breve tratto nel bosco si arriva in località Fuciade, conosciuta soprattutto per i suoi tabià, caratteristiche casette di legno dove vorresti rimanere per settimane senza avere più notizie dal mondo esterno.

ciaspolata a fuciade
i primi tabià

ciaspolata a fuciade
un percorso che passa attraverso antiche case di legno
Il panorama da qui è favoloso: in un colpo d'occhio si ammirano il Sass di Tasca, Sasso di Valfredda, Punta Zigolè e Cima Uomo. 

ciaspolata a fuciade
 splendida conca con vista sulle Dolomiti

ciaspolata a fuciade
ho scelto il mio tabià
 
trentino


D'inverno è un regno bianco ed azzurro, d'estate e in primavera, invece, una distesa verde invasa dai fiori. Questa passeggiata è adatta a tutti, da fare ammirando il panorama che ti circonda senza preoccuparsi troppo di dove si mettono i piedi
Da qui arrivare al Rifugio Fuchiade è solo questione di minuti. Oltre a fare parte del circuito Osteria Tipica Trentina, il rifugio Fuciade mette a disposizione una vera e propria cantina dove è quasi un obbligo assaggiare un bicchierino di grappa al pino mugo, prima di rimettersi sulla strada del ritorno.

ciaspolata a fuciade
pace per i sensi

ciaspolata a fuciade
ultimo saluto a Fuciade

E così facciamo noi. Visto il pochissimo tempo a disposizione, rimandiamo l'obiettivo Forca Rossa ad un'altra occasione, magari la prossima estate :)) La guardiamo per bene dal rifugio Fuciade prima di rientrare per la stessa strada dell'andata. Abbiamo tutto il tempo per smaltire il bicchierino di grappa e di rimetterci in macchina dando un arrivederci a questo paradiso scoperto quasi per caso.

NB. foto fatte con il cellulare Samsung S3

SCHEDA TECNICA:
Partenza: Passo San Pellegrino m. 1907
Arrivo: Rifugio Fuciade m. 1982
Tempo di percorrenza: 1H30 (andata)

ALTRE COSE DA FARE IN TRENTINO:

Il parco giardino Sigurtà, camminare nel tempio della natura

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Con l'avvicinarsi della primavera cresce a dismisura la voglia di parchi e giardini da visitare all'aria aperta.
Pochi giorni fa, controllando alcune foto al pc, ho trovato i ricordi di una gita dello scorso anno al parco giardino Sigurtà a Valeggio sul Mincio, un gioiello di cui vorrei parlarvi oggi in questo post.
La storia del parco Sigurtà si perde nei secoli: esattamente bisogna risalire al 1417 quando il patrizio Nicolò Gerolamo acquistò una villa con annessi campi a scopi agricoli. Da quel periodo la proprietà vide un susseguirsi di modifiche e di aggiunte fino ad arrivare a quello che riusciamo a visitare noi oggi: 60 ettari di verde dove si può osservare unafioritura di oltre 1.000.000 di tulipani in primavera, un labirinto, una collezione unica al mondo di 40.000 bossi e una quercia di oltre 400 anni. Un parco giardino che nel 2013 ha vinto il prestigioso premio “Il parco più bello d'Italia” e che secondo l'autorevole associazione "European Garden Award" merita il secondo posto in Europa come parco più bello da visitare.

parco giardino sigurtà
uno scorcio del parco Sigurtà

Ma vediamo come funziona la visita al parco giardino Sigurtà. Mezza giornata è il tempo minimo indispensabile per vederlo tutto, si può percorrerlo interamente a piedi oppure noleggiare biciclette,golf cart o prendere un tour a bordo di uno shuttle elettrico.
Io ho scelto di visitarlo tutto a piedi perchè le opzioni del noleggio erano troppo care.
Una volta acquistato il biglietto si è liberi di visitare il parco come pare e piace: consiglio di visitarlo partendo subito dalla zona a nord e scendere verso l'uscita visitando tutte così le attrazioni.
Incontriamo subito l'Eremo fatto costruire nel 1792 dal marchese Antonio Maffei con i quattro laghetti, un'oasi di silenzio e di pace:

parco giardino sigurtà
l'Eremo
La meridiana e il Belvedere di Giulietta e Romeo dal quale si ha una bella panoramica su tutto il parco:

parco giardino sigurtà
vista dal Belvedere
Dal belvedere raggiungiamo il grandeTappeto Erboso, la distesa più vasta di tutto il parco Sigurtà. Al centro troviamo dei laghetti dove affiorano le ninfee e gli ibischi acquatici, tra cui nuotano diverse carpe giapponesi Koi, con i colori uguali a quelli delle ninfee.

parco giardino sigurtà
il grande Tappeto Erboso

parco giardino sigurtà
i laghetti con le carpe giapponesi

Continuiamo poi con il Viale delle Rose, lungo più di un chilometro e fiancheggiato da più di 30.000 rose Queen Elizabeth.

parco giardino sigurtà
il Viale delle Rose

Alla fine del viale troviamo ilnuovissimo labirinto (inaugurato nel2011) con 1500 esemplari di tasso e articolato su un percorso di 2500 metri quadrati. Alla fine è stato molto semplice arrivare in cima alla torretta, mi aspettavo di faticare tantissimo come a Villa Pisani di Stra, invece in pochi minuti abbiamo trovato la soluzione.

parco giardino sigurtà
la torretta del labirinto

parco giardino sigurtà
vista dalla torretta del labirinto

Vicino al labirinto ecco i giardini d'acqua dove galleggiano ninfee rustiche e tropicali con sullo sfondo la mole del Castello Scaligero di Valeggio.


parco giardino sigurtà

parco giardino sigurtà
i giardini d'acqua
Risalendo il sentiero troviamo la Grande Quercia che con i suoi 400 anni è la pianta più antica di tutto il parco Sigurtà, con una perfetta armonia tra il tronco (6 metri di circonferenza) e la chioma (120 metri di circonferenza).

parco giardino sigurtà
la Grande Quercia
Le attrattive del parco Sigurtà non finiscono qui. A breve distanza troviamo il Castelletto, un edificio merlato con finestre neogotiche costruito dal Marchese Antonio Maffei e che fu inizialmente adibito a "Sala d'Armi", e la Grotta Votiva situata poco distante dall'ingresso.

parco giardino sigurtà
il Castelletto
Finito il giro si può ritornare nel grande Tappeto Erboso dove ci si può stendere e riposare un po' oppure visitare le altre attrattive del parco come la Fattoria Didattica e il Viale dei Pini.
Il periodo migliore per visitare il parco Sigurtà? Ovviamente la primavera quando ci sono le fioriture, ma anche l'estate e l'autunno offrono dei colori bellissimi. Consiglio di guardare bene il meteo prima di partire: trovarsi con la pioggia avendo già acquistato il biglietto non è certo l'ideale.

Un altro consiglio: appena usciti dal parco non tornate a casa. Il paese di Valeggio sul Mincio merita una bella visita, come merita di essere visto il vicino Borghetto, dichiarato uno dei borghi più belli d'Italia.

ALTRE COSE DA FARE IN PROVINCIA DI VERONA

Sciare sul ghiacciaio della Marmolada

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In tutti questi anni di escursioni e di gite in montagna non ho mai avuto l'occasione di visitare la Marmolada, la Regina delle Dolomiti, in inverno. Una mancanza a cui ho avuto modo di rimediare questo weekend partendo da casa molto presto con destinazione Malga Ciapela, in provincia di Belluno.
In inverno si va sulla Marmolada principalmente per sciare, ma le cose che si possono fare sono molte, tra cui l'ammirare il paesaggio dai suoi 3.300 metri.
Ebbene si, con ben 3.343 sul livello del mare, Punta Penia costituisce il culmine delle Dolomiti e, anche i suoi ghiacciai, sebbene oggi un po' ridotti, formano l'area glaciale più ampia di tutta la zona.
Arrivare a Malga Ciapela è molto semplice. Dopo Alleghe seguiamo le indicazioni Marmolada e in poco tempo arriviamo al grande parcheggio gratuito che dà accesso alla funivia. E' da qui che si entra nel mondo della Marmolada: rifatta a nuovo nel 2003, questa funivia si compone di tre tronconi, con due stazioni intermedie, e raggiunge in soli 12 minuti i 3.265 metri di Punta Rocca.

sciare sulla marmolada
un volo di dodici minuti fino a quota 3.265 metri


sciare sulla marmolada

sciare sulla marmolada
la terrazza panoramica

Prima di tuffarsi sulle piste da sci della Marmolada bisogna assolutamente salire sullaterrazza panoramica: una visuale a 360° gradi su tutte le Dolomiti dove si possono riconoscere ad occhio nudo tutte le cime che hanno fatto la storia dell'alpinismo. Si va dalle Dolomiti Bellunesi con il Civetta e il Pelmo, fino al vicinissimo gruppo del Sella e del Sassolungo. Si starebbe ore a fotografare questo paradiso!

sciare sulla marmolada
vista sull'altopiano delle Pale di San Martino con  Agordo sulla sinistra

sciare sulla marmolada

sciare sulla marmolada
monte Civetta
Un paradiso bianco dove si può sciare e praticare tutte le specialità di questo sport: sci da discesa, snowboard, sci alpinismo, telemark, carving e sci da fondo.
Appena fuori dalla stazione di Punta Rocca inizia la pista “La Bellunese”,una delle più spettacolari di tutto l'arco alpino che attraversa tutto il ghiacciaio della Marmolada fino ad arrivare a Malga Ciapela. Una pista rossa di 12 chilometri dal panorama mozzafiato, molto larga e ben battuta che consente così di affrontare agevolmente, con ampie volute, la pendenza, sempre in condizioni perfette di innevamento. 

sciare sulla marmolada
inizio della pista "La Bellunese"
Dalla cima si scende verso il Passo Fedaia e poi si continua sempre dritto per la maggior parte del tempo fino a Malga Ciapela in modo molto più semplice.
Nonostante l'altezza elevata, la neve è garantita anche da un moderno sistema di innevamento programmato che assicura una buona base per la neve naturale.

sciare sulla marmolada
il ghiacciaio della Marmolada in tutta la sua bellezza
dolomiti
foto ricordo con il Civetta
Volendo si può fare solo il primo pezzo della pista, quello più suggestivo e stimolante, e raggiungere la stazione intermedia della funivia di Serauta (m.2950) attraverso un comodo tunnel. Qui ci si può riposare per il pranzo nel panoramico bar ristorante self service con più di 120 posti a sedere. 

sciare sulla marmolada
ristorante self-service con vista piste

Consiglio, sempre nella stazione di Serauta, la visita al museo della Grande Guerra(ingresso incluso nel prezzo della funivia) dove vengono testimoniate le drammatiche vicende che sono accadute qui tra il 1915-1918, ma di questo museo ve ne parlerò più avanti in un post appositamente dedicato.

sciare sulla marmolada
vistando il museo della Grande Guerra

Dopo la pausa per il pranzo si può continuare la giornata sulle piste oppure cimentarsi con il freeride, sport per il qualela Marmolada offre condizioni ideali con pendii innevati e itinerari di media-alta difficoltà, in questi casi è bene sempre essere accompagnati da una guida esperta.
Sciare sulla Marmoladasignifica anche riuscire a raggiungere il Sella Ronda, uno degli ski tour più affascinanti delle Alpi che si snoda attorno al gruppo del Sella attraversando 4 passi dolomitici. Un itinerario che si può fare tranquillamente in un giorno, ma che però ruberebbe tempo alla pista Bellunese, pista che merita di essere affrontata più volte durante la giornata. 

sciare sulla marmolada
panorama unico

sciare sulla marmolada
ingresso alla funivia

Finisce così questa giornata di sport sulle nevi della Regina delle Dolomiti.Sciare sulla Marmolada, e soprattutto ammirare i Monti Pallidi dalla loro vetta più alta, è una delle esperienze più belle che mi sento assolutamente di consigliare.

Per informazioni su prezzi, orari, condizioni piste consiglio di visitare il sito di Funivie Marmolada

 ALTRE COSE DA FARE NELL'AGORDINO

Arte Sella, quando l'incontro tra Arte e Natura diventa perfezione

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Poco distante dal lago di Levico, sui monti della Valsugana, troviamo Arte Sella,un'esposizione d'arte contemporanea a cielo aperto e perfettamente integrata con l'ambiente della montagna. Durante il mio soggiorno al Passo Brocon per il Trentino Ski Sunrise, ho avuto il tempo di fare una puntatina in Val di Sella e di ammirare queste splendide opere d'artefatte solo con materiale naturale come foglie, rami e pietre.

arte sella valsugana
opere d'arte fatte di natura

L'idea è nata da tre amici di Borgo Valsugana che, affascinati da un viaggio a Samarcanda, decisero di costruire qualcosa di simile una volta tornati a casa. Iniziarono così ad invitare a casa loro artisti contemporanei e, in cambio di ospitalità, fecero creare opere fatte con il legno, sassi e foglie e tutto quello che si può trovare nel bosco. Questi materiali fanno parte della natura e del suo ciclo: si degradano e si decompongono piano piano fino a non esistere più, ed è proprio questa l'idea di Arte Sella. Gli artisti sono invitati a costruire un'opera che spieghi il loro rapporto con la natura, un'opera che sanno già dall'inizio scomparirà prima o poi.

arte sella valsugana


La visita di Arte Sella prevede diversi percorsi più o meno lunghi, e dipende molto dal tempo che si ha a disposizione. Ci sono due aree espositive: la prima, con ingresso a pagamento da malga Costa e, la seconda, il percorso Arte Natura, gratuito e lungo 3 chilometri.

arte sella valsugana
biglietteria e ingresso da malga Costa

arte sella valsugana
percorso che si snoda nel bosco
Decido di lasciare la macchina nell'ultimo parcheggio della Val di Sella, vicino a Malga Costa, e di visitare subito l'area espositiva a pagamento, lunga circa 1 km e della durata di 45 minuti. Lungo il sentiero si possono ammirare opere dalle varie dimensioni e perfettamente integrate nel bosco; ammiro così il Villaggio Vegetale, la Conchiglia, i Cervi e molte altre ancora. Si dice che l'autunno sia il periodo migliore per visitare Arte Sella, ma anche in inverno la sua bellezza non è da meno, anzi, se ci fosse stata la neve sarebbe stato ancora meglio.

arte sella valsugana

arte sella valsugana
la Conchiglia

arte sella valsugana
i Cervi
Alla fine del percorso troviamo la Cattedrale Vegetale: ottanta colonne di rami intrecciati che sostengono altrettanti carpini, finché questi non diventeranno belli robusti e basteranno da soli a segnare le navate della chiesa fatta di alberi.

arte sella valsugana
la Cattedrale Vegetale
Finita la visita all'area espositiva a pagamento, riprendo la macchina e scendo verso il parcheggio dove inizia il percorso Arte Natura. Volendo si potrebbe fare tutto a piedi ma questo significherebbe dedicarci una giornata intera.
Il sentiero si snoda nel bosco con diversi sali e scendi e si possono osservare più di 58 opere di artisti internazionali perfettamente posizionate, comese la natura ci stesse parlando. Calcolate circa due ore per effettuare tutto il giro.

arte sella valsugana
inizio del sentiero Arte Natura
arte sella
percorso sentieri

Grazie ad Arte Sella si può scoprire una valle del Trentino che altrimenti sarebbe rimasta isolata e sconosciuta alla maggior parte degli escursionisti. Un ottimo esempio di come si possa valorizzare il territorio rispettando l'ambiente e le proprie risorse naturali.


ALTRE COSE DA FARE IN TRENTINO:

I Serrai di Sottoguda in inverno

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Vi avevo già parlato del magico mondo incantato fatto di fate e folletti dei Serrai di Sottoguda durante i mesi estivi. Lo scorso weekend ho avuto modo di rivivere la stessa magia in inverno, dopo una forte nevicata, e devo ammettere che lo scenario è ancora più suggestivo.
Per chi non li conoscesse, i Serrai di Sottoguda sono una gola, sulle Dolomiti Bellunesi, scavata dalla forza del torrente Pettorina. Dopo una potentissima scossa sismica, le acque del torrente si sono fatte strada spostando massi e scavando un canyon lungo due chilometri e largo dai cinque ai venti metri, circondato da altissime pareti alte quasi un centinaio di metri.

serrai di sottoguda in inverno
inizio dei Serrai di Sottoguda


serrai di sottoguda in inverno
prime cascate di ghiaccio
Lungo questa gola c'è una stradina, da fare con le ciaspole, la slitta o gli sci d'inverno; è l'antica strada che collegava la Marmolada da Rocca Pietore: si prende dal piccolo abitato di Sottoguda, dove è presente un piccolo parcheggio, e si arriva fino a Malga Ciapela, punto di partenza della funivia che sale sopra alla Marmolada. Volendo si può fare anche al contrario, ma in presenza di tanta neve è più agevole da piccolo paese di Sottoguda.


serrai di sottoguda in inverno


Una volta parcheggiata l'auto abbiamo modo di percorrere in tutta tranquillità i Serrai di Sottoguda in versione invernale. Le pareti della gola in inverno si trasformano in una grande palestra di ghiaccio, che ogni anno richiama ice climbers e turisti. Ammiriamo in questo modo La Cattedrale, La Luna Nera, La Spada nella Roccia, nomi di alcune cascate di ghiaccio che si incontrano lungo il percorso.

serrai di sottoguda in inverno
la Cattedrale

serrai di sottoguda in inverno

Molto spesso, lungo le pareti, si notano dei buchi: servivano per assicurare i tronchi utilizzati per ricostruire, in primavera, i ponti della strada lungo la quale gli abitanti dei paesi vicini portavano le bestie al pascolo. Prima dell'inverno i ponti venivano smontati, per lasciare spazio alle piene del torrente Pettorina, che li avrebbe altrimenti distrutti.

serrai di sottoguda in inverno
vista verso la Marmolada

serrai di sottoguda in inverno
un paradiso formato dal torrente Pettorina
Camminando o ciaspolando lungo i Serrai di Sottoguda si incontra la caratteristicachiesetta di Sant'Antonio abate, protettore degli animali in seguito ad una moria di bestiame, come attesta la statuetta del Santo presente sull'altare. La presenza di animali era molto importante per la povera e stentata economia della vita montana del passato. Con il tempo la devozione, così come l'economia, è andata cambiando e la chiesetta è ora dedicata a Sant'Antonio da Padova che si festeggia il 13 giugno.

serrai di sottoguda in inverno
la chiesetta di Sant'Antonio

serrai di sottoguda in inverno
incontri alla fine dell'escursione
Due chilometri fatti con il naso all'insù, ammirando cattedrali di ghiaccio e rocce imbiancate che sembrano uscire da un libro di fiabe. Se passate di qui d'inverno, informatevi bene sulle fiaccolate notturne lungo i Serrai di Sottoguda: camminare in questo mondo di ghiaccio, alla luce delle fiaccole, è un'esperienza unica in tutte le Dolomiti!


ALTRE COSE DA FARE IN AGORDINO

Una visita alle grotte del Caglieron

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Le Grotte del Caglieron sono da sempre una delle mie mete preferite in zona Vittorio Veneto – Bosco del Cansiglio.
Le ho visitate per la prima volta in terza media, nel lontano 1990 , quando ancora non erano famose e pubblicizzate su Instagram e sui vari social, e da subito mi hanno colpito per la loro bellezza e unicità.
All'epoca il percorso si sviluppava solo per una decina di metri lungo una passerella sospesa di legno, oggi, invece, è molto più lungo e consiste in un itinerario con pannelli descrittivi e con un museo di  prossima apertura.
Ma cosa sono le Grotte del Caglieron? Situate ai piedi del Cansiglio e a pochi chilometri da Vittorio Veneto, sono una serie di cavità in parte naturali e in parte artificiali attraversate dal torrente Caglieron su strati di arenarie e di marne del Miocene medio (da 16 a 10 milioni di anni fa).
La cosa bella di queste grotte è che l'ingresso è gratuito :)) Ebbene si, in un Paese dove qualunque ingresso ha un costo da pagare, esiste ancora qualche attrazione naturale accessibile a tutti senza ricorrere al portafoglio. Penso comunque che non durerà ancora per molto: il museo in costruzione e la ristrutturazione di un mulino a fini commerciali mi fanno pensare che le cose tra un po' cambieranno. Per il momento meglio così :)) 

grotte del caglieron cansiglio
le grotte del Caglieron in inverno

Intanto iniziamo lavisita alle Grotte del Caglieron parcheggiando la nostra macchina subito dopo il centro visite del parco. Fate attenzione: è presente anche un altro parcheggio più vicino all'ingresso, ma a pagamento, quindi, seguite le indicazioni per il centro visite, senza attraversare il ponte sulla vostra sinistra, e lasciate la macchina lì.
Dal parcheggio si scende a piedi e si prende il sentiero che conduce alle grotte.
Tutte le stagioni sono ideali per visitare le Grotte del Caglieron: in inverno, la magia delle cascate ghiacciate, è qualcosa di unico; purtroppo può capitare che con il ghiaccio parte del percorso venga chiuso. In estate, invece, i colori della vegetazione e il frastuono dell'acqua rendono la visita gradevole e perfetta da fare in tutta tranquillità. In questo post metterò alcune foto in versione invernale ed alcune in versione estiva in modo da dare un'idea completa di questo luogo.
Da subito si visitano delle cavità artificiali da dove veniva estratta l'arenaria, anche chiamata “pietra dolza”, perché molto facile da lavorare. Il distacco del materiale veniva provocato a blocchi, utilizzando scalpellini i cui segni sono ancora visibili lungo le pareti. Per evitare crolli venivano lasciate delle colonne inclinate a sostegno della volta.

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cavità utilizzate per l'estrazione dell'arenaria

grotte del caglieron cansiglio
inizio del percorso sospeso su passerella di legno
Attraverso una comoda passerella di legno si attraversa la parte naturale e più interessante delle Grotte del Caglieron: un'incredibile forra fatta di cascate, acque tumultuose, stalattiti e stalagmiti. Il percorso è lungo un centinaio di metri e consiglio di portare un Kway durante i periodi più umidi.

grotte del caglieron cansiglio
in estate i colori cambiano

grotte del caglieron cansiglio
giochi di acqua e di luce

grotte del caglieron cansiglio
seguendo il torrente Caglieron
Usciti dalla gola il sentiero continua costeggiando il torrente Caglieron e finisce dove c'è l'antico mulino ora bar ristorante. Da qui si può notare che è in progetto un allungamento del percorso con la ristrutturazione di un altro mulino che ospiterà un museo.


grotte del caglieron cansiglio
l'antico mulino ora bar ristorante in inverno
Per tornare alle macchine si segue per un breve tratto la strada asfaltata accanto al ristorante, e poi si prende sulla destra un sentiero che sale ripido nel bosco e che raggiunge il borgo dello Scalpellino, un ricordo dell'antico mestiere che qui veniva svolto. 


grotte del caglieron cansiglio
il borgo dello Scalpellino

grotte del caglieron cansiglio
mappa delle Grotte del Caglieron

Da qui ancora pochi minuti e raggiungiamo la strada provinciale che conduce al centro visitatori.
Le Grotte del Caglieron sono sicuramente un piccolo gioiello ancora poco conosciuto, da scoprire e ammirare prima dell'arrivo del turismo di massa, fatto da autobus e comitive chiassose, che poco hanno in comune con i valori e i silenzi della montagna. Da visitare il prima possibile!

ALTRE COSE DA FARE IN PROVINCIA DI TREVISO

La strada del canederlo

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La strada del canederloè un itinerario, ideato da me, tra locande tipiche e taverne tradizionali assaggiando, oltre ai canederli, cibi di qualità e birre esclusive. In questi anni di escursioni in Alto Adige e Trentino, ho notato che ogni area si contraddistingue per i propri sapori e ricette, e così ho pensato di riassumerli in un percorso da fare in macchina, in tutta tranquillità e in quanti giorni si vuole. Pronti a scoprire le terre della strada del canederlo?

Punto di partenza: Vipiteno
E' da qui che, comodamente, può partire il nostro itinerario. Ogni anno a settembre si tiene la tradizionale sagra dei canederli: in una tavola lunga circa 400 metri vengono serviti più di 70 specialità di canederli diversi.
Vipiteno, inoltre, è tutta da vedere: da percorrere assolutamente le vie centrali dette Città Nuova e Città Vecchia, tipicamente tirolesi.

strada del canederlo
Vipiteno , nella lista dei borghi più belli d'Italia
Ma se si vogliono assaggiare i veri canederli originali dell'Alto Adige bisogna fare una breve deviazione in Val Ridanna. Qui ad attenderci troviamo il Berghotel Racines con il suo ristorante che offre piatti di grande interesse in un locale dal panorama davvero unico. 

strada del canederlo
l'esterno del Berghotel Racines


strada del canederlo
canederli e molto altro nel ristorante del Berghotel Racines

Circondato da boschi è diventato un punto di riferimento dove è possibile degustare piatti raffinati legati alla tradizione, come i canederli al fegato, di cui prossimamente svelerò la ricetta, ma anche quelli più tradizionali come i canederli allo speck e altri piatti tipici come le zuppe d'orzo, spaetzle e le immancabili torte dell'Alto Adige. Ricchissima inoltre la scelta di vini da abbinare al proprio menu.

strada del canederlo
Berghotel Racines
Il Berghotel è il punto di partenza ideale per bellissime escursioni e passeggiate a Racines e nell'alta Valle Isarco, oltre che ad essere il luogo perfetto dove potersi rilassare nel grande centro benessere e piscina con acqua Grander.

BERGHOTEL RACINES****
Colle 43A
I-39040 Racines
Tel. ++39.0472.659 800


Tappa Bressanone
Da Vipiteno scendiamo lungo la Valle Isarco e raggiungiamo Bressanone. Qui dedichiamo qualche ora percorrendo il centro storico tra la via dei Portici Maggiori, la piazza del Duomo, e visitando soprattutto il chiostro del Duomo con i suoi affreschi.
A Bressanone troviamol'Oste Scuro, un'antica osteria ricavata all'interno di un palazzo medievale e gestita dalla stessa famiglia da ormai parecchie generazioni. Da provare, oltre ai canederli, la Wienerschnitzel e la Weinsuppe (una minestra a base di vino).


strada del canederlo
dettagli del duomo di Bressanone e una stanza dell'Oste Scuro
RISTORANTE OSTE SCURO
Bressanone 

La nostra strada del canederlo prosegue per Chiusa e poi Villandro, dove abbiamo modo di scoprire tutta la magia dei piccoli paesi di montagna. Siamo nella terra del toerggelen, la festa dell'autunno dove si possono assaggiare le castagne e le specialità fatte in casa.
A 760 metri sul livello del mare troviamo il maso Winklerhof, un incantevole maso in cui ci si può concedere una sosta gustosa e godere di una splendida vista sulla valle Isarco e sulle Dolomiti, oltre a degustare tris di canederli, formaggi e salsicce affumicate con un bicchiere di vino novello.

strada del canederlo
vista sulle Odle dalla Valle Isarco

strada del canederlo
tris di canederli nel maso Winklerhof
AGRITURISMO MASO WINKLERHOF
39040 Villanders / Villandro

Da Villando ci spostiamo nel versante opposto della Valle Isarco e raggiungiamo l'abitato di Lajon, una meta classica del Toerggelen, ma che merita di essere scoperta anche in altre stagioni. Immerso nei boschi la nostra strada fa sosta nel tipico buschenschank (osteria contadina) Buchnerhof, un ambiente tipico tirolese con una stube del XVII° secolo. La specialità della casa sono i canederli allo speck,ma si possono assaggiare anche in altre versioni. Immancabili inoltre i piatti misti di carne e insaccati (schachhtplatten) e le frittelle di patate con crauti.

strada del canederlo
tipicità tirolese presso il buschenschank Buchnerhof
BUSCHENSCHANK BUCHNERHOF
39040 Lajen / Lajon

Tappa Bolzano
La strada del canederlo non poteva non passare per il capoluogo dell'Alto Adige: Bolzano.L'attrattiva di questa città, più che nei monumenti quali il Duomo, la chiesa dei Domenicani, quella dei Francescani, sta nel particolare carattere della città, ove si mescolano elementi nordici e italiani. Un mix che si può scoprire durante il festival del gusto che si tiene a fine maggio in piazza Walter e dove vengono presentati 15 prodotti di qualità dell'Alto Adige, tutti contrassegnati da un marchio di qualità.
Prodotti che possono essere serviti in un contesto e in un'atmosfera d'altri tempi nel centro storico in Piazza Erbe, sotto la torre secentesca della Goldene Glocke, all'Hopfen & Co.La rinascita birraria dell'Alto Adige è cominciata da qui, in questa cantina ristrutturata con una trafila di tubature di rame che garantiscono luminosità e respiro.

hopfen bolzano
nel cuore di Bolzano, la birreria Hopfen
BIRRERIA HOPFEN & CO.
Bolzano

Incontro con la strada del vino
Raggiungiamo uno dei punti più a Sud dell'Alto Adige: Appiano e Caldaro sulla strada del vino. Qui il vino viene prodotto da centinaia di anni, tanto da meritarsi un Museo Enologico dove viene narrata la storia della viticoltura dell'Alto Adige. Ma Caldaro non è solo vino, è anche relax lungo le sponde del suo lago, e tradizione e cultura con i suoi monumenti e feste popolari. Immancabile laFesta del Paese che si tiene a fine luglio e dove si possono degustare le specialità tipiche della zona con musica dal vivo. Una festa che si svolge lungo tutte  le strade della cittadina.


lago di caldaro
il lago di Caldaro


strada del canederlo


Verso le Alpi
Dal clima quasi mediterraneo di Caldaro, la nostra strada del canederlo inizia a salire di quota. Raggiungiamo, con tornanti disegnati alla perfezione, la val di Fiemme con Cavalese e Predazzo, e ammiriamo l'oasi silenziosa del Parco Naturale Paneveggio-Pale di San Martino. Da qui in poco tempo arriviamo al Passo Rollecon la spettacolare fisionomia del Cimon della Pala che cambia dopo ogni curva.
Ne abbiamo fatto di strada da Vipiteno! 

baita segantini
la Baita Segantini raggiungibile a piedi dal Passo Rolle

Ultima tappa: San Martino di Castrozza
Nella località che ha fatto la storia dell'alpinismo sulle Dolomiti possiamo ammirare l'incredibile scenario delle Pale di San Martino. Una delle tante cose che si possono fare qui è pranzare in malghe e rifugi immersi in paesaggi da favola: al maso Santa Romina a Canal San Bovo, di fronte alle Pale, si può assaggiare il Tonco de Pontesel (una specie di ragù di carni miste) servito insieme a una polenta morbida.


strada del canederlo
il maso Santa Romina nei pressi di Canal San Bovo

canederli in brodo
canederli in brodo

A differenza dell'Alto Adige, qui in Trentino i canederli vengono serviti in brodo, e se ne possono assaggiare infinite varietà. Volete assaggiarli tutti in una sola volta? Allora l'unica soluzione è partecipare alla Festa del Canederlo che si tiene a Imer i primi giorni di settembre. 15 tipi di canederlitutti diversi: salati o dolci, con carne o formaggio, vegani o senza glutine. Il tutto accompagnato da musica dal vivo e con tanto di elezione di Miss Canederlo.
Il modo migliore per finire in allegria questo tour tra valli e sapori attraverso le nostre montagne patrimonio dell'umanità UNESCO.

Ma non è finita qui. La strada del canederlo è l'inizio di un approfondimento del mio blog sulle  tematiche  enogastronomiche, culturali e paesaggistiche di questo angolo delle Alpi. Seguiranno altri post con ulteriori novità! 
Stay Tuned!!


Cosa vedere a Kufstein in Tirolo, una fortezza a dominio sull'Inn

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Durante il mio soggiorno in Tirolo ho avuto modo di visitare la città di Kufstein, situata sulla valle dell'Inn e vicino alla frontiera con la Germania.
Del Tirolo e delle sue bellezze ne ho parlato poco tempo fa in questo post in collaborazione con GoEuro; oggi, invece, vorrei concentrarmi sulla visita di Kufstein, una città ricca di monumenti, stradine medievali, commerci e locali tipici.
Chi è già passato in autostrada, o in treno, con destinazione Germania avrà avuto di sicuro l'occasione di ammirare dal basso la fortezza che domina tutta questa valle; purtroppo, si tende sempre a non fermarsi e di tirare dritto, senza approfondire questa città, da sempre contesa tra la Baviera e gli Asburgo d'Austria.

festung kufstein
la fortezza di Kufstein vista dalla partenza della funicolare
Iniziamo la nostra visita di Kufstein  proprio dalla sua fortezza, Festung Kufstein, simbolo della città e più volte ricostruita ed ampliata nel corso dei secoli; l'aspetto attuale risale al XVI secolo, quando Massimiliano I aggiunse altri corpi fortificati facendone una terribile roccaforte.

cosa vedere a kufstein
il cortile interno della fortezza

cosa vedere a kufstein
passaggi caratteristici
Si può salire con unapiccola funicolare oppure con una scalinata fortificata. Noi decidiamo di salire con la funicolare e poi di scendere a piedi lungo la scalinata con bellissime viste sulla città dalle feritoie. Nel prezzo dell'ingresso è già inclusa la funicolare.
Raggiungiamo così il cortile della fortezza: a sinistra la Kaiserturm, poderoso mastio a più piani, già utilizzato come prigione, dal diametro di 21 metri; il vicino palazzo in stile barocco invece ospita l'Heimatmuseum, un museo di storia locale e archeologia. Dai bastioni si può ammirare un bellissimo panorama su tutta la città di Kufstein!

cosa vedere a kufstein
vista su Kufstein al tramonto

cosa vedere a kufstein
la Kaiserturm dal diametro di 21 metri

cosa vedere a kufstein
l'interno delle prigioni
Scesi ai piedi della fortezza ammiriamo in un piccolo padiglione la tastiera del grande organo degli Eroi, Heldenorgel: 46 registri, 4307 canne, la cui melodia si può ascoltare in un raggio di 6 km. Fu costruito nel 1931 e in seguito dedicato ai caduti austriaci e tedeschi delle due grandi guerre. Ogni giorno alle ore 12H00 (nei mesi di luglio e agosto anche alle ore 18H00) si svolge un concerto che può essere ascoltato da tutta la città.

organo kufstein
Hedelorgen

rathaus
il caratteristico municipio di Kufstein
Ma Kufstein non è conosciuta solo per la sua fortezza e per i ricordi del passato. A solo un chilometro dal centro storico troviamo la famosa vetreria Riedl, uno stabilimento che da oltre 250 anni è di proprietà di questa famiglia di origine boema, ed è diventato il fiore all'occhiello della città, specializzandosi nella produzione di bicchieri, vetri e cristalli (realizzati a mano), per la degustazione del vino. La visita guidata permette di osservare gli artigiani vetrai all'opera e comprende anche un'esposizione multimediale e interattiva che esplora i cinque sensi. Finita la visita si può fare un po' di acquisti nel vicino showroom, dove sono presenti, oltre ad una infinità di bicchieri, anche dei prodotti con difetti irrilevanti a prezzo scontatissimo.

riedl kufstein
lo showroom della vetreria Riedl
riedl kufstein
durante la visita guidata si possono ammirare gli artigiani all'opera
Ritorniamo in centro a Kufstein e visitiamo l'angolo più caratteristico della città: Romerhofgasse, un vicolo affascinante con tradizionali case ed edifici ricchi di insegne in ferro battuto.
Ho avuto modo di alloggiare proprio in uno di questi edifici: presso l'antica locanda Auracher Loechl, ora hotel a tre stelle, ci si immerge in un ambiente tipico tirolese con camere recentemente rinnovate.

auracher loechl
la caratteristica Romerhofgasse
Auracher Loechl è conosciuto anche per il suo ristorante e per la sua cucina: in diverse sale tipicamente arredate vengono serviti i piatti della tradizione austriaca con diverse varianti. Ottimo, ad esempio, il piatto tapas tirolesi, dove si possono degustare tutte le specialità tirolesi in formato mignon, come delle vere tapas spagnole. Il piatto è per due persone, e vi assicuro che è proprio tosto da finire :))

auracher loechl
interno del ristorante Aucher Loechl

auracher loechl
tapas tirolesi
Kufstein si è rivelata una città davvero interessante da visitare. Durante l'estate le escursioni trekking sono innumerevoli, mentre in inverno la presenza del grande comprensorio Kaiser-Brixental permette di raggiungere le piste da sci in pochissimo tempo. Una zona che può essere visitata durante tutto l'anno, e dove la presenza dell'autostrada deve essere vista come una possibilità di sosta  e non solo di passaggio.

ALTRE COSE DA FARE IN TIROLO:

Escursione al monte Paterno con rifugio Pian di Cengia

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Una valida alternativa al famosissimo giro delle Tre Cime di Lavaredo è l'escursione al Monte Paterno, sempre in zona Tre Cime, ma frequentato da meno gente.
Punto di partenza della nostra escursione è il rifugio Auronzo, raggiungibile con la comoda strada a pedaggio che parte nei pressi del lago di Antorno.
La sfortuna ha voluto che nello stesso giorno ci fosse la competizione Misurina Sky Marathon e quindi per la maggior parte della giornata abbiamo dovuto condividere il sentiero con gli atleti che chiedevano spazio per passare... 
Non è piacevole camminare in montagna con l'ansia che qualcuno ti stia venendo addosso, ma ormai siamo qui e non si può fare nulla.

monte paterno
ammirare il simbolo delle Dolomiti: le Tre Cime di Lavaredo
Dal rifugio Auronzo seguiamo il sentiero classico delle Tre Cime di Lavaredo, il numero 101, con sulle sinistra le impressionanti pareti meridionali delle Tre Cime.
Passiamo il rifugio Lavaredo a quota m. 2344 e subito dopo incontriamo la deviazione che, con il sentiero n. 104, ci condurrà verso il mondo incantato del Monte Paterno.

monte paterno dolomiti
l'escursione inizia con turisti e corridori tutti in un unico sentiero :((

monte paterno dolomiti
si lascia il sentiero per le Tre Cime e si va a destra

Ci lasciamo così alle spalle il turismo di massa (anche giapponesi e cinesi con le macchine fotografiche in tenuta cittadina) e seguiamo in discesa un'alta valle, lungo i versanti detrici, fino ad arrivare ai Piani di Cengia.
Qui il panorama è magnifico! Si riesce a vedere il nostro sentiero salire sempre di più fino a perdersi sulle nuvole.. Abbiamo ancora molta strada da fare! Nel frattempo i corridori continuano a superarci, poveri,  non li invidio per niente... 

monte paterno dolomiti
il nostro sentiero, sulla sinistra, sale fino a perdersi sulle nuvole

monte paterno dolomiti
atleta sulla sinistra che tenta di essere fotografato :((
Continuiamo in salita fino a raggiungere il lago di Cengia, m. 2528, una breve pausa per le foto e selfie da condividere sui social,  ed ecco che inizia la parte più difficile dell'escursione al monte Paterno: attraverso un versate ghiaioso con tortuosi tornati raggiungiamo la Forcella Pian di Cengia, m. 2522. Qui il fiato e le ginocchia sono messe a dura prova.

monte paterno dolomiti
salita alla Forcella Pian di Cengia

monte paterno dolomiti
vista sul lago di Cengia
Anche in questa stretta salita gli atleti ci sfrecciano da ogni lato ma questa volta ho notato veramente la stanchezza in molti di loro. Uno addirittura si è sentito male.
Dopo la forcella entriamo in territorio dell'Alto Adige. Ancora un centinaio di metri e troviamo il nostro rifugio ad attenderci. Giusto per non fare confusione con i nomi, il Rifugio Pian di Cengia si chiama Bullelejoch Hutte in tedesco.
Qui troviamo tantissimi escursionisti già seduti e intenti a consumare il loro pranzo, ma per fortuna c'è un tavolo ancora libero all'aperto con una vista perfetta. La Croda dei Toni regna sovrana con tutta la sua bellezza, ma poi altre vette come il monte Cengia rendono lo scenario magico. Non a caso siamo in una zona Patrimonio dell'Umanità Unesco :)
A pranzo non poteva mancare il tris di canederli. Ottimo!

rifugio pian di cengia
tris di canederli al rifugio Pian di Cengia
Questa volta, però, niente dolce, la strada del rientro è ancora lunga e con numerose salite e discese: meglio tenersi leggeri.
Un piccolo consiglio: vicino al rifugio ci sono dei gradini che permettono di raggiungere un punto  belvedere da dove si puòammirare perfettamente la Croda dei Toni. Vale la pena!

croda dei toni
la Croda dei Toni

rifugio pian di cengia

Dal rifugio Pian di Cengia seguiamo il sentiero 101 che ci condurrà al più famoso rifugio Locatelli. Una discesa sul fianco settentrionale del monte Paterno, molto spesso con tornantini e ghiaione, e poi sempre pianeggiante costeggiando dall'alto il lago dei Piani, fino a raggiungere il simbolo delle Dolomiti: le Tre Cime di Lavaredo.

lago dei Piani
si inizia a scendere

monte paterno dolomiti
il sentiero lungo il versante del monte Paterno

tre cime di lavaredo
il simbolo delle Dolomiti, le Tre Cime di Lavaredo
Poche sono le parole che possono descrivere questo spettacolo. Dedichiamo una mezz'ora abbondante per ammirare e fotografare questa meraviglia, ci godiamo una birra alrifugio Locatelli e via di nuovo in marcia. Sebbene dalla cartina la nostra escursione sembra quasi finita, in realtà manca ancora molto per ritornare al rifugio Auronzo.

tre cime di lavaredo
una birra con vista
Ancora un'ora e quarantacinque minuti circondati dalle più belle montagna delle Dolomiti che hanno fatto la storia dell'alpinismo. Ce la siamo presa con comoda alla fine, di fronte a tanta bellezza bisogna prendersi del tempo e meditare su quanto siamo piccoli di fronte alla natura. 

tre cime di lavaredo
Auronzo di Cadore vista dal sentiero  101

Chissà invece dove saranno tutti i corridori in questo momento. Probabilmente già a casa, senza aver assaporato per un secondo la bellezza di questi posti. Il business della montagna è anche così.

SCHEDA TECNICA:
PARTENZA: Rifugio Auronzo m. 2320
ARRIVO: Rifugio Pian di Cengia m.  2528
DISLIVELLO: m. 570
TEMPO COMPLESSIVO: 7 ore incluso le soste

ALTRE COSE DA FARE IN ALTO ADIGE:

Dormire in un antico maso o tabià: ecco Colmean Charming Lodges

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Dormire in un tabià, gli antichi masi dell'Agordino, è senza dubbio una delle esperienze che bisogna assolutamente fare almeno una volta sulle Dolomiti.
I tabià sono tipiche costruzioni in legno, utilizzate come fienili e deposito animali, alcuni dei quali risalgono a più di 250 anni fa. Lungo la Valle dei Biois, tra Cencenighe e Falcade, se ne possono contare più di 300 e la loro caratteristica è che sono stati costruiti utilizzando solo legno, senza fare ricorso all'uso del ferro, persino i chiodi ed il tetto sono di legno. Al giorno d'oggi i tabià sono utilizzati come deposito di legna, molti sono in stato di abbandono, molti altri, invece, stanno vivendo una nuova vita, grazie ad attenti interventi di recupero e di restauro, rispettando sempre le antiche tradizioni e la cultura di questa valle.
In questo post vi voglio raccontare la mia esperienza presso un antico tabià a 1.300 metri d'altezza, dove il tempo sembra essersi fermato. Parlo del Colmean Charming Lodges, un antico fienile perfettamente recuperato ed ora adibito all'uso di appartamenti per vacanze, dove si può vivere in modo autentico la vera tradizione della montagna, dormendo in un edificio storico. Ebbene si, il tabià del Colmean Charming lodges risale al 1908, lo si può notare osservando il trave principale, su cui è incisa la data. Il restauro, guidato dall'architetto Alessandra Marcon, ha voluto rispettare l'architettura tradizionale utilizzando materiali originali e naturali tipici dei tabià.

 
dormire in un maso


Raggiungere questo piccolo gioiello è molto semplice: da Caviola si lascia la strada principale e si sale di quota fino a raggiungere la località Colmean, un villaggio di poche case immerso nel silenzio del bosco.
Ritroviamo il rispetto della natura e delle tradizioni anchenegli interni: i due appartamenti, che possiamo chiamare pure lodges per la loro calda accoglienza, sono arredati tutti in legno, con mobili eseguiti a mano da falegnami, in primis il padre di Alessandra, l'artista Adriano Marcon che ha aggiunto un plus agli arredamenti interni grazie alle sue opere scolpite sul legno.


dormire in un maso

dormire in un maso
Lodge delle Marmotte

dormire in un maso
il salottino del lodge delle Marmotte

Abbiamo così il lodge delle Marmotte, al piano terra e con riscaldamento a pavimento, il lodge del Capriolo, con una bellissima terrazza e vista sul gruppo del Focobon, composto da uno o due piani, a seconda delle persone, e con zona mansardata (lodge delle Aquile). La mansarda è davvero bellissima, un ambiente intimo di solo legno con luci a led, ideale per ammirare la neve scendere in inverno o i colori del tramonto in estate, stando semplicemente distesi sul letto.


dormire in un maso
Lodge del Capriolo

dormire in un maso
decorazioni fatte a mano

dormire in un maso
la mansarda del Lodge delle Aquile
Tutti gli appartamenti sono dotati di angolo cottura equipaggiato, bagni con scaldaviette, isolamento con vetri tripli e riscaldamento autonomo. Un altro plus poi è la cura dei minimi dettagli come le decorazioni fatte a mano dei cuscini e delle tende, eseguite dalla sig.ra Anna Rosa, mamma di Alessandra, dando così un tocco di tipicità e tradizione agordina agli appartamenti.
Molto utile inoltre il kitdi informazioni disponibile in ogni appartamento dove vengono suggerite le attività da fare e consigli su dove mangiare.

colmean charming lodges

In comune i due appartamenti hanno una zona relax ispirata alle terme svizzere di Vals e ai suoi ambienti minimali dalle linee geometriche. A disposizione degli ospiti c'è una sauna e vari lettini riscaldati dove ci si può riposare dopo una giornata di escursioni o sciate. Tutta la zona relax è illuminata da luce naturale che penetra dal lucernaio; luce che si riflette su un grande mosaico realizzato con tasselli dorati e che rende l'atmosfera davvero suggestiva.

colmean charming lodges
la zona relax

dormire in un maso
panorama dalla terrazza con vista Dolomiti
Ma al Colmean Charming Lodges non si viene solo per riposarsi :)) La zona è il punto ideale per partire alla scoperta delle Dolomiti, un'area con un'infinità di escursioni sulle montagne tra le più belle del mondo e che da qualche anno sono state dichiarate Patrimonio dell'Umanità Unesco.
Un patrimonio che sta a noi a cercare di preservare, anche durante la nostra vacanza, rispettando l'ambiente e magari anche dormendo in antichi masi o tabià, facendo così un'esperienza a contatto con la natura più autentica.


Colmean Charming Lodges
32020 Colmean, Canale D'Agordo - BL
Phone: (+39) 380 6511350

Escursione al lago di Chiemsee da Monaco

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Il lago di Chiemsee,insieme al castello di Herrenchiemsee e la Fraueninsel,rappresenta l'escursione ideale da fare in giornata da Monaco.
Durante la mia settimana alla scoperta dei castelli della Baviera ho preferito visitare Chiemsee prendendo il comodo treno da Monaco e tornare in serata, senza così muovermi con valigie e cambiare hotel.
La visita al lago di Chiemsee è un po' complicata. Prima di partire avevo cercato in internet informazioni utili che spiegassero le varie tipologie di biglietti per i traghetti e treno, ma il poco che c'era era poco chiaro.
Con questo post spero di spiegare per bene come si svolge la visita al castello di Herrenchiemsee e al lago Chiemsee con le diverse isole.


escursione al lago chiemsee
il lago Chiemsee con le sue isole
Dalla stazione di Monaco prendo il treno con destinazione Salisburgo e scendo alla stazione di Prien.
Per raggiungere il punto di imbarco dei traghetti si può prendere un trenino storico, costo € 2,70, oppure fare i 5 chilometri a piedi lungo la strada comunale che conduce al lago.
Visto il brutto tempo di oggi ho optato per l'andata con il trenino e il ritorno a piedi.
L'antico trenino a vapore si prende proprio dietro la stazione e raggiunge in pochi minuti il porto di Prien, dove è presente la biglietteria. Qui viene il bello. Ci sono varie tipologie di biglietto: il Grand Tour, il giro delle isole, i biglietti di un tratta sola etc etc.
Io consiglio di prendere il biglietto Inseltour che dà diritto alla visita dell'isola Herreninsel (dove c'è il castello), Fraueninsel e il paesino di Gstadt per il prezzo di € 8,70.
Purtroppo la giornata è quello che è: un po' di pioggia e nuvole basse non permettono di ammirare il panorama sulle Alpi e sulle isole del lago.
Pazienza, mi imbarco sul primo traghetto e dopo quindici minuti scendo a Herreinsel(l'isola degli uomini). Su quest'isola sorge la Versailles di Baviera, lo Schloss Herrenchiemsee. Questo castello non fu mai concepito come una residenza, ma piuttosto come un omaggio alla monarchia assoluta rappresentata dall'idolo di lUdwig, il Re Sole.


herrenchiemsee
le fontane del castello Herrenchiemsee

herrenchiemsee
il castello di Herrenchiemsee

Il biglietto per l'ingresso al castello si acquista alla biglietteria vicino all'imbarcadero; pure qui ci sono gli orari d'ingresso prestabiliti con le visite in base alla lingua. Per non attendere tempo prendo la visita in lingua inglese e percorro il sentiero che conduce al castello della durata di venti minuti.
Qui vengo accolto da un gioco di acque con fontane e statue (orari prestabiliti), tutto come a Parigi, anche se in dimensione più ridotta. L'interno lascia letteralmente senza fiato: oro ovunque, tra cui la Grande Sala degli Specchi (98 metri, vale a dire 10 metri in più di quella di Versailles)) con 52 candelabri e 33 lampadari in vetro con 700 candele, che richiedevano mezz'ora di lavoro a 70 servitori per essere accese.
Per il castello di Herrenchiemsee Ludwig sperperò più denaro che per Linderhof e Neuschwanstein messi insieme. Quando i fondi si esaurirono nel 1885, un anno prima della sua morte, restavano da completare 50 sale.
Un vero peccato non poter fare foto.... A dire la verità ci ho provato ma qui in Germania non si scherza... la guida mi ha fulminato con lo sguardo ed ho capito subito che la mia Nikon sarebbe rimasta nello zaino :((

escursione al lago chiemsee


escursione al lago chiemsee
una piccola Versailles

Ritorno all'imbarcadero e prendo il traghetto per Fraueninsel (l'isola delle donne). Quest'isola mi è davvero piaciuta: si può passeggiare liberamente sulle sue stradine costeggiate da case che sembrano uscite da un libro di fiabe (chi mi conosce sa quanto mi piacciono le case di montagna), con splendide vedute sul lago. Un terzo di quest'isola è occupato dall'Abtel Frauenwoerth, uno dei conventi femminili più antichi della Baviera. La chiesa del X secolo, con un campanile dalla caratteristica cupola a cipolla, merita davvero una visita.


escursione al lago chiemsee
il monastero di Fraueninsel

escursione al lago chiemsee

fraueninsel
case uscite da un libro di fiabe
In una delle tante panchine con vista lago faccio la pausa per il pranzo a sacco e mi godo un po' di riposo nella pace più assoluta.
L'escursione al lago Chiemsee non è finita qui. Fate attenzione in questo imbarcadero: le indicazioni non sono chiare e per sbaglio ho perso la corsa del traghetto. Risultato: un'ora di attesa per prendere quello successivo. Meglio chiedere sempre al personale in servizio sul molo.


escursione al lago chiemsee
orari dei traghetti

Il biglietto include anche una sosta al paesino di Gastdt, raggiungibile in soli dieci minuti di navigazione. Una volta sceso mi rendo conto che è davvero piccolissimo e dopo un centinaio di metri non c'è più niente. Mi consolo con una sosta in una delle poche pasticcerie e prendo una buonissima torta alle fragole!! Quando si dice una fetta di torta!!


escursione al lago chiemsee
torta alle fragole


escursione al lago chiemsee


escursione al lago chiemsee
vista da Gstadt
Uno sguardo veloce all'orologio ed è tempo di tornare all'imbarcadero e questa volta prendo il traghetto che mi condurrà direttamente a Prien in 35 minuti.
Da qui con una bella passeggiata di 40 minuti (volendo si poteva prendere il trenino) raggiungo la stazione e ritorno con il treno a Monaco in serata.

ALTRE COSE DA FARE IN BAVIERA


Il Bus del Buson nel Parco Nazionale delle Dolomiti Bellunesi

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All'interno del Parco Nazionale delle Dolomiti Bellunesi è presente un gioiello della natura che pochi conoscono; un gioiello che se si trovasse in Trentino Alto Adige o in Austria sarebbe presente su tutte le riviste, mentre qui in Veneto è per lo più semisconosciuto.
Sto parlando del Bus del Buson, un canyon stretto e profondo scavato da un torrente che durante l'ultima glaciazione, scorreva sotto il ghiacciaio che ancora occupava la valle. Al ritiro del ghiacciaio le acque iniziarono a scorrere molto più in basso, lasciando il canyon all'asciutto.

bus del buson
l'ingresso del Bus del Buson
Arrivare al Bus del Buson è abbastanza semplice. Da Belluno prendiamo la strada che sale ripida e stretta fino alla località di Case Bortot: qui lasciamo la macchina e troviamo i primi cartelli del Parco Nazionale con informazioni sulla flora e fauna.
Seguiamo il sentiero per una decina di minuti e poi prendiamo una deviazione sulla destra che, con vari tornanti, conduce in discesa all'ingresso del Bus del Buson.

bus del buson
segnaletica

bus del buson

bus del buson

Si percorre tutto il canyon per circa duecento metri. Chiunque rimarrà senza fiato: un ambiente davvero unico dalle altissime pareti. E' la mia prima volta all'interno di un torrente fossile, una vecchia valle scavata dall'acqua che poi ha cambiato percorso, lasciando dietro di sé un fiume asciutto. Oggi il torrente Ardo scorre 150 metri più in basso e quella che rimane è una gola fossile sospesa, un relitto dall'indiscutibile fascino.
Gli strati rocciosi sono di un calcare chiamato Biancone e ci ricordano che 100 milioni di anni fa qui c'era un mare profondo dove lentamente si depositavano fanghi carbonatici dai quali ha origine appunto il Biancone.

bus del buson

bus del buson

bus del buson

Usciti dal Bus del Buson seguiamo il sentiero che questa volta sale ripidamente fino a raggiungere il sentiero principale. Da qui ancora una ventina di minuti e ritorniamo al parcheggio.

bus del buson

Il sentiero non è pericoloso, bisogna solo fare attenzione a non scivolare nei tratti più ripidi e di non abbandonare mai il tracciato.

Cosa vedere a Bressanone in un giorno

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Bressanoneè una delle mie città preferite in Alto Adige. Situata lungo la strada del Canederlo, nasconde nel suo piccolo centro storico gioielli dal fascino nordico e mediterraneo, da vedere con tutta calma, passeggiando per le strade del centro.
Una mezza giornata è indispensabile per vedere Bressanone. Iniziamo la visita della città dalla piazza del Duomo, dove si erge il Duomo di S. Maria Assunta, ricco di marmi, candelabri di vetro di Murano con un grande affresco nella volta. Un barocco tipicamente italiano e non tirolese come ci si potrebbe aspettare.

cosa vedere a bressanone
la facciata del Duomo di Bressanone


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l'interno del Duomo

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il chiostro
Accanto al Duomo troviamo l'ingresso al suggestivo chiostro, decorato con un ciclo di affreschi tra i più importanti di tutto l'arco alpino. Gli affreschi non erano solo decorativi, ma servivano per illustrare in modo chiaro la storia della vita e della sofferenza di Cristo.  
Una curiosità:nella volta della terza arcata troviamo un animale particolare... Ebbene si, un incrocio tra un cavallo ed un elefante, lo possiamo chiamare un “cavallefante”! Come mai lo troviamo nel Duomo di Bressanone? Si tratta della rappresentazione della battaglia di Eleazar (Lazzaro) contro i siriani, che attaccarono Israele con l'utilizzo di elefanti. I pittori quando ricevettero l'ordine di affrescare il chiostro si trovarono davanti ad un problema: disegnare un animale esotico di una terra lontana che non avevano mai visto prima. Cosi con la forza dell'immaginazione scelsero come modello l'animale più grande che conoscevano, il cavallo, e aggiunsero gli elementi tipici dell'elefante come gli erano stati raccontati.

cosa vedere a bressanone
il "cavallelefante"

cosa vedere a bressanone
gli affreschi del chiostro
Usciti dal Duomo visitiamo la piccola Parrocchiale , risalente al XV secolo, con il bel campanile a cuspide, noto come la Torre Bianca, fino alla Seconda Guerra Mondiale utilizzata dal guardiano della città. Nei pressi della Torre è presente il piccolo museo della Farmacia che purtroppo oggi non visitiamo perchè chiuso.
Vicino alla piazza del Duomo troviamo l'antico Palazzo Vescovile con il suo Museo dei Presepi. Grazie alla Brixen Card, disponibile per chi soggiorna in hotel, si possono visitare molti musei, dell'Alto Adige,  gratuitamente. Così ne approfittiamo per visitare questo museo che contiene più di 10.000 figure, ma che alla fine non ci ha molto entusiasmati.



cosa vedere a bressanone
il Palazzo Vescovile
Un po' di riposo nel vicino Giardino dei Signori e continuiamo la nostra visita di Bressanone con la via dei Portici Maggiori; come molte vie dell'antico nucleo urbano, conserva ancora il carattere medievale. Una volta veniva esposta merce di ogni genere, nei piani alti si trovavano uffici e sopra ancora le abitazioni. Le case erano molto strette poiché lo spazio dei portici era molto richiesto.

cosa vedere a bressanone
caratteristiche strade dal fascino medievale

cosa vedere a bressanone
la via dei Portici Minore

cosa vedere a bressanone
i portici
Passeggiando per le strade di Bressanone si possono ammirare diverse case affrescate tra cui i dipinti sulla facciata dell'hotel Elefante. Questo affresco non ha niente a che fare con la fantasia di quello  del Duomo, ma si tratta di una vera e propria visita che questo pachiderma fece in carne ed ossa a Bressanone. Per un regalo di Re Giovanni III del Portogallo a suo nipote Massimiliano d'Austria, l'elefante dovette passare per Bressanone per arrivare alla corte di Vienna, e venne alloggiato, per circa due settimane, per riposaredalle fatiche del viaggio nella locanda poco più a nord del centro. Per la gente del posto vedere un elefante fu una vera sensazione, così il proprietario della locanda fece dipingere sulla facciata lo storico passaggio dell'elefante, e questa volta il disegno rappresenta perfettamente un elefante, non di certo un cavallo come quello del chiostro che abbiamo visto prima. Il pittore vide con i propri occhi l'animale e non ha dovuto ricorrere all'uso dell'immaginazione! Nel 1578 l'oste decise di cambiare ufficialmente il nome e da allora la struttura si chiama hotel Elefante.

elefante di bressanone
hotel Elefante

Rimane ancora una cosa che bisogna assolutamente vedere a Bressanone: l'abbazia di Novacella. Situata a tre chilometri a nord, la si può raggiungere a piedi con una comoda passeggiata tra i vigneti (questo però non è più fattibile in mezza giornata), o con il comodo bus che passa per il centro di Bressanone e che si ferma proprio all'ingresso dell'abbazia. Interessante la visita guidata dove si possono ammirare la chiesa barocca, il gotico chiostro e la biblioteca, risultato di una storia quasi millenaria, frutto di stili ed epoche diverse. 


cosa vedere a bressanone
abbazia di Novacella

cosa vedere a bressanone
il barocco dell'abbazia di Novacella
Con tutto questo camminare alla fine c'è bisogno di una pausa. Nella cantina dell'abbazia ci si può riposare con un ottimo Sylvaner, prodotto direttamente nei vigneti dell'abbazia, la zona vitivinicola più a nord d'Italia, a 600-900 metri d'altitudine, il modo migliore per concludere la nostra visita di Bressanone.

 ALTRE COSE DA FARE IN ALTO ADIGE

Escursione in Valle Aurina: il giro delle cascate e i sentieri del Sole

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Un'escursione trekkingche mi è piaciuta particolarmente in Valle Aurina è stato il giro delle cascate con i sentieri del Sole. Non avendo a disposizione una giornata intera, ho deciso di fare un mix delle due accorciando i tempi in modo di essere di ritorno nel primo pomeriggio, pronto per prendere la macchina e, purtroppo, tornare a casa :(
Punto di partenzadi questa escursione in Valle Aurina è Lutago. Da qui seguo le indicazioni per il giro delle cascate (alla fine è una sola) attraverso un sentiero che sale immerso nel bosco fino alla cascata Rio Nero, dove, attraverso una stretta fenditura nella roccia, le acque, dopo un salto di quindici metri, si riversano in un piccolo lago azzurro.

escursione in valle aurina ahrntal
segnaletica sempre perfetta in Alto Adige


escursione in valle aurina ahrntal
cascata Rio Nero
Oltre al punto di osservazione superiore c'è anche la possibilità di ammirare la cascata dal basso: il sentiero non è ben segnalato, quando arrivate nei pressi della cascata prima di salire controllate bene, c'è un piccolo sentiero che prosegue sulla destra e arriva ai piedi della cascata. Davvero suggestivo.

escursione in valle aurina ahrntal
acque cristalline
La ragione per la quale la Valle Aurina è ricca di cascate dipende dall'altezza delle montagne e dalla loro conformazione geologica. Nelle Alpi dello Zillertal, che raggiungono i 3.300 metri di altitudine, l'acqua si è depositata sulle cime delle montagne sotto forma di ghiacciai perenni.
Continuo la mia escursione in Valle Aurina seguendo le indicazioni per il giro delle cascate, tra bosco e torrenti. Ad un certo punto invece di tornare indietro (troppo presto per tornare a casa) continuo un po' per una strada sterrata e raggiungo il parcheggio del maso Innerbacher.
Con il sentiero n. 26 raggiungo in quindici minuti la malga Schwarzbachalm, fino al 1988 utilizzata esclusivamente per l'agricoltura e ora punto di ristoro dove si possono assaggiare i prodotti tipici della Valle Aurina, con alle spalle il maestoso monte Lupo. 

escursione in valle aurina ahrntal
malga Schwarzbach

escursione in valle aurina ahrntal

La mia escursione prosegue attraverso il sentiero 32A, in leggera pendenza e sempre nel bosco, fino a raggiungere la malga Rotbach a 1423 metri d'altezza.
E' difficile credere che questi masi, ora aperti solo d'estate, fossero abitati tutto l'anno, anche quando c'era così tanta neve da dove scavare dei tunnel per raggiungere la stalla, come è successo per esempio qui a malga Rotbach.


escursione in valle aurina ahrntal
sentiero 32A

escursione in valle aurina ahrntal
tipici masi di montagna
Da questo punto in poi seguo i sentieri del Sole, un percorso che attraversa quasi tutta la Valle Aurina nel suo versante soleggiato tra un'altitudine di 1000 e 1400 metri. Un percorso dove si possono scoprire antichi masi, malghe e con dei punti panoramici straordinarisu tutta la Valle Aurina. Io farò semplicemente il breve tratto che scende a valle, a Luttago, per la maggior parte nel bosco fino ad aprirsi come un balcone naturale nei pressi del maso Grossstahlhof a 1.200 metri d'altezza.

escursione in valle aurina ahrntal
la Valle Aurina in tutta la sua bellezza

escursione in valle aurina ahrntal
il maso Grosstahlhof, perfetto per un po' di riposo

Qui decido di fermarmi per un pasto veloce. Sulla bellissima terrazza panoramica prendo uno strudel di mele con latte al sambuco!

masi in alto adige
strudel di mele e latte al sambuco
Davvero ottimo e la migliore maniera per concludere il mio soggiorno in Valle Aurina. Ho anche l'occasione di parlare un po' con la proprietaria e con una ragazza austriaca che fa volontariato nel maso, aiutando con i lavori sui campi e anche in cucina, un progetto che coinvolge quasi tutti i masi dell'Alto Adige. Magari ci faccio un pensierino anch'io :)

escursione in valle aurina ahrntal
la porta del Sole
Un ultimo sguardo a questo panorama da favola e via di nuovo in marcia scendendo di quota e raggiungendo il centro abitato di Luttago da dove sono partito questa mattina.
Un'escursione semplice, dai panorami e colori unici e dove si può entrare in contatto con il mondo contadino della Valle Aurina, un mondo fatto di antiche tradizioni ed usanze ancora vive.

SCHEDA TECNICA:
Partenza: Luttago m970
Luttago – cascata Rio Nero 25 minuti
Cascata Rio Nero – malga Schwarzbachalm 1396 m, 55 minuti
malga Schwarzbachalm – maso Rotbach 1423 m., 35 minuti
maso Schwarzbachalm – maso Grosstalhlof 1200 m., 25 minuti
maso Grosstahlhof – Luttago 30 minuti
DISLIVELLO: 453 metri

 DOVE DORMIRE
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hotel alpenpalace







 
HOTEL
Hotel AlpenPalace 
Ospitalità al top in Valle Aurina
San Giovanni Ahrntal

ALTRE COSE DA FARE IN VALLE AURINA



Dove dormire a Folgaria in Trentino

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Per il mio soggiorno a Folgaria sono andato sul sicuro per la scelta dell'hotel.Conoscevo da un po' di tempo il Club Hotel Alpino e così, in brevissimo tempo, ho prenotato il mio weekend sulle montagne dell'Alpe di Cimbra.
Per me è la prima volta qui a Folgaria. Arrivare è stato molto semplice: un'ora e quaranta minuti da casa! Velocissimo.
L'hotel Alpino è un ottimo tre stelle situato in pieno centro a Folgaria, ha un parcheggio privato, così non c'è nessun problema su dove lasciare la macchina, ed ha una storia antichissima.


dove dormire a folgaria hotel
l'hotel Alpino
alpe cimbra
saletta relax con stube tirolese
Dal 1902 la famiglia Struffi gestisce con grande amore l'hotel, ristrutturandolo nel corso degli anni, curando ogni minimo dettaglio e rendendolo ancora più bello e confortevole.
Al mio arrivo ho incontrato un ambiente tipicamente alpino che si contraddistingue per la tradizionale ospitalità e il rispetto delle tradizioni.
La prima cosa che ho fatto è stato prendere possesso della mia camera. L'hotel dispone di 55 stanze arredate in modo confortevole con TV, cassaforte e, importantissimo per me, ma penso ormai per tutti, wifi;cosa non molto scontata dato che ci sono ancora hotels che ne sono sprovvisti oppure dove è presente solo negli ambienti comuni.

dove dormire a folgaria hotel
interno della camera
La montagna, comunque, non è fatta per rimanere in camera a riposarsi. Folgaria è un paradiso per il trekking e anche per gli amanti delle mountain bikes! Si potrebbe stare settimane intere a percorrere tutti i sentieri e ci sarebbe ancora qualcosa di nuovo da scoprire. Per venire incontro alle esigenze dei propri ospiti presso l'hotel Alpino è presente un'area bike con deposito bici, lavaggio e riparazione attrezzi e convenzioni con i noleggi.
Un ricco programma di escursioni è previsto inoltre durante i mesi estivi: uscite di mezza giornata oppure uscite più impegnative, alla scoperta del meglio di Folgaria. Nel mio weekend ho avuto modo di camminare lungo la Forra del Lupo e di effettuare l'escursione al rifugio Paradiso, tutti luoghi bellissimi che racconterò a breve nel mio blog.
Ecco quindi che dopo una giornata sulle vette ci si può rilassare nel giardino solarium con una grande vasca idromassaggio (non sarei più uscito) oppure presso la piscina coperta del centro wellness con sauna e sala massaggi.

dove dormire a folgaria hotel
vasca idromassaggio

dove dormire a folgaria hotel
piscina interna

dove dormire a folgaria hotel

Lasciarsi viziare fa parte del piacere di una vacanza in montagna: di mattina presto al buffet della colazione con un'ampia scelta di marmellate, di sera, durante la cena, con menu a scelta dai sapori tipicamente trentini accanto al caldo camino o dopo cena consumando un bicchierino di ottima grappa al bar dell'albergo. Il menu del ristorante può anche essere personalizzato in base ai desideri degli ospiti, ad esempio per chi soffre di intolleranze alimentari ci sono menu ad hoc.
Il menu che invece ho avuto modo di provare è stato: spatzle tirolesi con panna e gongorzola, braciola di maiale con Finferli e Speck, torta al cioccolato. Ottimo!

dove dormire a folgaria hotel
ristorante

cibo del trentino
menu del giorno
Per tutti gli ospiti dell'hotel Alpino c'è la possibilità di usufruire della SPA dell'altro hotel di famiglia: l'Alpen Hotel Eghel.
A soli 500 metri dal centro della zona pedonale di Folgaria, questo hotel 3 stelle Superior,è dotato di 61 camere, arredate con cura e suddivise in diverse tipologie: Classic, Comfort, Family e Suites.

dove dormire a folgaria hotel
Alpen Hotel Eghel

dove dormire a folgaria hotel
interno di una camera
A disposizione degli ospiti c'è un grande centro wellness: un luogo ricco di sorprese, piacere a pace. Fiore all'occhiello è la piscina interna ed esterna collegata, perfetta durante i mesi invernali ammirando il paesaggio innevato oppure in estate rilassandosi nel vasto parco alpino. Il centro wellness si completa con la sauna finlandese, la sauna infrarossi, il bagno turco e le numerose possibilità di massaggi, come ad esempio il bagno nel fieno proveniente dai prati d'alta montagna e dalle famose proprietà rigeneranti.

dove dormire a folgaria hotel
piscina esterna
hotel a folgaria
il parco alpino dell'Alpen Hotel Eghel
Il ristorante e la cantina riassumono gusto ed eleganza nel rispetto delle tradizioni.  Ogni settimana c'è la cena di degustazione trentina con particolare attenzione alle specialità stagionali del territorio abbinata ad una ricca selezione di vini del Trentino, dell'Alto Adige e nazionali.
Dal 2015 il ristorante è membro dell'associazione italiana Celiachia, offrendo così  la massima attenzione alle persone con intolleranze alimentari,  il tutto in un ambiente elegante e luminoso, con una splendida vista sulle montagne.

dove dormire a folgaria hotel
sala ristorante
Visitando questi due hotels ho capito che sono ideali per qualsiasi tipo di clientela, dalla famiglia con i bambini, ai gruppi di giovani sportivi, alla coppia in cerca di relax, tutti però con un denominatore comune: l'amore per la montagna e per il Trentino.


Per qualsiasi informazione o richiesta preventivo ecco qui i contatti:

CLUB HOTEL ALPINO 3*
Via E.Colpi, 170 - 38064 Folgaria (TN)
Tel: 0464.721102
Mail: info@clubhotelalpino.it
Sito WebClub Hotel Alpino

ALPEN HOTEL EGHEL 3*S
Via Maffei, 49 - fraz. Costa - 38064 Folgaria (TN)
Tel:  0464.720481
Mail : info@alpenhoteleghel.it
Sito Web: Alpen Hotel Eghel

Vedi anche tutte le mie escursioni in montagna



Le migliori birrerie di Monaco di Baviera

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Durante il mio soggiorno di un mese a Monaco di Baviera, per imparare il tedesco, ho avuto modo più volte di visitare diverse birrerie in compagnia della famiglia che mi ha ospitato. Ho avuto così la possibilità di visitare alcune tra le migliori birrerie di Monaco, tra le meno frequentate dai turisti, oltre che imparare qualcosa di più su quello che qui in Baviera è un vero e proprio stile di vita.A cominciare dalla differenza tra Wirthaus e Biergarten, le prime più dei ristoranti al coperto dove si può mangiare serviti dai camerieri, le seconde, invece, solo all'aperto, dove si può portare anche qualcosa da mangiare da casa a condizione che ci si sieda ai tavoli e si ordini da bere.
Pronti a scoprire le migliori birrerie di Monaco? Ecco qui la mia lista:

HIRSCHGARTEN, Hirschgartenallee
Biergarten
E' probabilmente una delle più grandi birrerie di Monaco, può accomodare all'esterno più di 8.000 persone amanti della birra Augustiner.Situata in un grande parco secolare, un po' fuori dal centro con vicino una riserva per cervi, è l'ideale per una sosta dopo la visita al castello di Nymphenburg.

birrerie monaco di baviera
birra e brezel durante la mia pausa nella birreria Hirschgarten

birrerie monaco di baviera
tra le più grandi di tutta Monaco

birrerie monaco di baviera

MUFFATWERK,Zell Strasse 4
Biergarten
Nei pressi del Deutsches Museum, su una piccola isola formata dal fiume Isar, si contraddistingue per il suo ambiente piccolo e informale con 400 posti a sedere all'aperto. Come in tutti i biergarten anche qui funziona la regola del self-service: si ordina prima la propria birra preferita e poi si passa per la cassa dove si paga quello che si ha ordinato. A volte può capitare di pagare una cauzione per il bicchiere che viene restituita una volta terminato da bere.
Muffatwerkè una birreria abbastanza alternativa dove si può ascoltare musica reggae e rilassarsi su comode sedie sdraio come si fosse al mare.


birrerie monaco di baviera
un biergarten alternativo

birrerie monaco di baviera


WIRTHAUS ZUM STRAUBINGER, Blumen Strasse 5
Wirthaus
Molto conosciuta a Monaco tra le persone del posto, è situata nei pressi del Viktualiem-markt ed è un po' più cara rispetto alla media delle tradizionali birrerie. C'è un piccolo giardino all'aperto e diverse sale interne dove si possono ordinare i tradizionali piatti bavaresi come il famoso Schweinebraten (imparate bene questo nome perchè lo troverete ovunque), ovvero il brasato di maiale con canederli di pane e patate e l'immancabile strudel di mele. Ideale per i mesi invernali o durante le giornate di pioggia.

birrerie monaco di baviera
strudel di mele con gelato alla vaniglia

birrerie monaco di baviera


HOFBRAUKELLER, Wienerplatz
Wirthaus, Biergarten
Birreria storica situata a Wienerplatz, uno degli angoli più caratteristici di Monaco. Anche qui c'è un giardino all'aperto e numerose sale interne. Io sono stato solo all'interno perché quel giorno ha fatto brutto tempo e quindi fuori non si poteva stare. Interni davvero caratteristici in tipico stile bavarese.

birrerie monaco di baviera
tra le birrerie più storiche di tutta Monaco

birrerie monaco di baviera


AUGUSTINER KELLER, Arnulfstrasse 52, nei pressi della stazione centrale Hauptbahnhof
Biergarten e Wirthaus
Tra le più grandi e antiche birrerie di Monaco. Nel grande giardino estivo con alberi di castagno possono essere ospitate fino a 5.000 persone. Nei primi giorni caldi di primavera la birreria viene subito presa d'assalto a testimoniare quanto i tedeschi ci tengono a questa tradizione.
Oltre al grande giardino all'aperto, dove si possono ordinare anche pesce di lago alla griglia e i tradizionali bratwurst, c'è anche una grandissima wirthaus/ristorante dove si possono ordinare i tradizionali piatti regionali ascoltando musica folkloristica.


birrerie monaco di baviera
un grandissimo giardino all'aperto con alberi di castagno

birrerie monaco di baviera
formula self-service

birrerie monaco di baviera
si paga alla cassa


HOHENWART, Gietl Strasse 15
Wirthaus
Nel tradizionale quartiere di Giesing, famoso per le sue piccole case, questa Wirthaus risale al 1896 ed è stata recentemente ristrutturata. Forse ha perso quel fascino di antico che prima si poteva respirare non appena oltrepassata la porta, ma gli interni rimangono sempre tradizionali con personale in abito tipico bavarese. Qui ho preso il classico Schweinebraten, buonissimo! Volendo si può scegliere il piatto del giorno che normalmente è scritto su una lavagna e la birra della casa.


birrerie monaco di baviera
interni tradizonali bavaresi

birrerie monaco di baviera
il piatto del giorno


CHINESICHER TURM, Englischer Garten 3
Biergarten
Forse il biergarten più amato dagli abitanti di Monaco. All'interno dell'Englischer Garten, questa pagoda cinese di legno è sede del più antico biergarten della città (1791). Qui troviamo turisti, famiglie che fanno picnic e uomini d'affari che fanno una pausa durante il lavoro seduti sui numerosi tavoli intorno alla pagoda. In estate con le belle giornate questo biergarten è letteralmente preso d'assalto. Purtroppo le foto che ho fatto sono durante una giornata dal tempo incerto, ma spero possano rendere lo stesso l'idea della suggestione del posto.

birrerie monaco di baviera
la pagoda cinese

birrerie monaco di baviera


VIKTUALIENMARKT,Viktualienmarkt 6
Biergarten
Un biergarten nel pieno centro della città. Qui oltre alla birra si possono degustare gustosi stuzzichini presenti nelle numerose bancarelle del mercato, non solo tedesche ma anche italiane, turche e molte altre ancora. Ideale se si vuole fare una pausa durante la visita del centro storico. Importante: i tavoli senza tovaglia sono serviti come self-service, quelli con la tovaglia con i camerieri.

birrerie monaco di baviera
in pieno centro a Monaco


HOFBRAUHAUS, Am Platzl 9
Wirthaus
L'ho lasciata per ultima perchè la più famosa birreria di Monaco, e probabilmente del mondo, nonostante sia presa d'assalto da fiumi di turisti, merita sempre una visita. Difficile qui trovare persone del luogo, sentirete parlare principalmente italiano e altre lingue europee insieme al giapponese. Rimane comunque un'esperienza da fare soprattutto per chi visita per la prima volta Monaco di Baviera e vuole entrare in contatto con la città. Non siate timidi nel sedervi sui tavoli con altra gente, qui è una regola comune ed è sempre così affollato che trovare spazio libero  è  un'impresa, soprattutto nei pressi dell'orchestra.

hofbrauhaus
il tempio della birra

hofbrauhaus

birrerie monaco di baviera

Queste sono state le birrerie di Monaco di Baviera che ho visitato durante il mio soggiorno studio; ce ne sarebbero state molte altre, anzi moltissime, ma lo scopo della mia visita era quello di imparare il tedesco :))
E voi siete mai stati in birreria a Monaco? Ne conoscete altre da consigliare?
Prosit!

ALTRE COSE DA FARE IN BAVIERA:

Un itinerario per Venezia alla scoperta del sestiere Castello

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Il sestiere di Castello con l'Arsenale e l'isola di San Pietro è una delle zone di Venezia meno visitate dai turisti e per questo, per me, più autentica.
In una giornata fredda e di nebbia andiamo alla scoperta di questo angolo della Serenissima in modo slow, attraverso i suoi segreti, e a Venezia ce ne sono tanti, modi di vivere e curiosità. Per fare questo mi sono avvalso di untour offerto da Slow Venice, un'agenzia che offre visite guidate a Venezia e in laguna, lontano dai principali punti turistici e cercando di valorizzare in modo unico le tradizioni e gli usi e costumi della Serenissima.

itinerario per castello a venezia
l'ingresso dell'Arsenale

Il nostro itinerario di visita al sestiere di Castello parte dall'Arsenale, un grandioso complesso di cantieri, officine e depositi da cui uscirono le flotte veneziane. La nostra guida ci racconta che durate la battaglia di Levanto veniva costruita circa una barca al giorno, e che solo nell'Arsenale erano presenti delle mura perchè quello che si costruiva all'interno era segreto della Repubblica Serenissima. In effetti Venezia non aveva bisogno di difesa dato che era protetta in modo naturale dalla laguna.


itinerario per castello a venezia
iniziamo il nostro tour

Da subito la nostra guida ci mostra la particolare segnaletica stradale di Venezia, realizzata dipingendola sui muri ed intonaci delle case tramite sfondo bianco e riquadro nero. Questa segnaletica prende il nome di nizioleto, dal dialetto veneziano piccolo lenzuolo.

itinerario per castello a venezia
i nizioleti
Prendiamo la calle della Tana, una volta magazzino della canapa e arriviamo in via Garibaldi, centro di un popolare quartiere, che fu realizzato nel 1808 coprendo parte del rio Castello onde creare un percorso pedonale per i Giardini pubblici.
La guida ci ricorda che a Venezia le piazze prendono il nome di campi perchè una volta erano dei veri campi d'erba, mentre di piazza ce n'è una sola ed è piazza San Marco.


itinerario per castello a venezia

Una breve sosta aigiardini pubblici della Biennale e proseguiamo per l'isola di San Pietro, appartata e suggestiva all'estremità orientale dell'area urbana, fu quasi certamente la prima ad essere abitata, ospitando il potere religioso a Venezia.
Il campo San Pietro dà una buona idea di come potevano essere i campi una volta a Venezia. Un angolo intatto e silenzioso dominato dal campanile della chiesa di S. Pietro di Castello costruita su progetto del Palladio.


itinerario per castello a venezia
Campo San Pietro

venezia

Attraversiamo il ponte di legno di Quintavalle e arriviamo nel piccolo quartiere di Secco Marina, conformato a isolati paralleli che sono separati da calli corte e incentrato nella lunga e ampia calle omonima. Ancora pochi minuti e finiamo il nostro tour, dopo circa due ore, presso la chiesa di San Giuseppe di Castello, ricca di affreschi e dalla semplice facciata. Nonostante il turismo di massa sia distante solo un centinaio di metri, qui ci si rende davvero conto che a Venezia, non appena giri l'angolo, entri in un'altra realtà.Una realtà che va scoperta perdendosi nel suo labirinto di calli e campielli.

itinerario per castello a venezia
ritornando a casa per Piazza San Marco

NB. Questo è solo uno dei tour disponibili con Slow Venice. Per vedere tutti gli altri programmi visitate la loro pagina web: Slow Venice

ALTRE COSE DA FARE A VENEZIA E PROVINCIA



Escursione al sentiero della Forra del Lupo a Folgaria

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La Forra del Lupoè senza dubbio una delle escursioni da fare assolutamente se si è in vacanza a Folgaria o dintorni. La scoperta di questa serie di trincee e camminamenti è avvenuta quasi per caso grazie a dei dipinti e fotografie di alcuni soldati austriaci presenti in internet e nel piccolo museo Tiroler Kaiserjaeger di Innsbruck. Da queste testimonianze si è risaliti al luogo esatto del fronte ed è quindi iniziato un lungo lavoro di pulizia e di riordino da parte di volontari e gruppi di alpini che hanno portato alla luce questo imponente sistema di difesa e lo hanno reso agibile attraverso un camminamento che prende il nome di Forra del Lupo o Wolfsschlucht, come lo chiamavano i soldati austriaci.

forra del lupo folgaria
percorso della Forra del Lupo


forra del lupo folgaria
punto di partenza il ristorante Cogola
Punto di partenza per scoprire la Forra del Lupo è il paese di Serrada, e più precisamente il parcheggio del ristorante Cogola. In alternativa si può partire anche dal piccolo paese di Terragnolo presso la località Zéncheri, ma di questo ve ne parlo più avanti.
Dal parcheggio prendo il sentiero che inizia a salire abbastanza ripidamente e si inoltra nel bosco. Non so se è per colpa del sentiero ripido oppure se è per la prima escursione dell'anno, ma il fiato si fa subito sentire :( 

forra del lupo folgaria
la palestra di roccia
Una sosta foto per ammirare il panorama con le cime ancora innevate e proseguo in salita passando accanto ad una mini palestra di roccia. Qui mi accorgo che non sono da solo lungo il sentiero. Ebbene si, un camoscio mi attende in vicinanza dei cartelli informativi e mi guarda incuriosito. Ammetto di non aver mai visto un camoscio così da vicino e, a mia sorpresa, è rimasto parecchio a guardarmi prima di scappare non appena mi sono avvicinato.

forra del lupo folgaria
incontri lungo il percorso
Proseguendo sempre in salita si arriva, dopo circa venti muniti dal punto di partenza, all'inizio della Forra del Lupo, una serie di gallerie, trincee, camminamenti e punti di osservazionecostruiti nella roccia a strapiombo sulla valle del Terragnolo.

forra del lupo serrada
cartelli informativi

forra del lupo folgaria
inizio della Forra del Lupo

forra del lupo folgaria

forra del lupo folgaria
camminamenti costruiti nella roccia

Lungo i vari sali e scendi si incontrano anche numerose fotografie e racconti risalenti al periodo del conflitto che testimoniano le condizioni di vita dei soldati sul fronte austroungarico, come quelle del giovane soldato austriaco Ludwig Fasser che con il suo libro di memorie ha testimoniato cosa accadde in queste trincee nel maggio del 1916; un vero cronista di guerra che ha saputo descrivere e raccontare gli orrori e le paure della vita sul fronte. Fa davvero venire i brividi leggere questi brevi racconti di Ludwig, inoltre, grazie alle sue foto, sono stati immortalati e a trasmessi attimi di vita quotidiana vissuti durante i bombardamenti.

forra del lupo folgaria
punti di osservazione

forra del lupo folgaria
un gran lavoro di pulizia e restauro

forra del lupo folgaria
residui della grande guerra
Alla fine della Forra del Lupo si arriva in un ampio pianoro erboso. L'escursione non è finita, la prossima meta è il forte Dosso delle Somme, a suo tempo collegato con le trincee che abbiamo appena visitato. In questo punto i cartelli sono un po' nascosti ma facendo attenzione riesco a vederne alcuni poco più indietro e confermano che devo proseguire sempre dritto, seguendo la strada sterrata, ancora per quaranta minuti.

forra del lupo folgaria

Da qui, con una serie di tornanti e un panorama che si apre fino alle Dolomiti del Brenta, si prende velocemente quota fino a raggiungere il punto più alto della nostra escursione: i 1660 metri sul livello del mare del forte Dosso delle Somme.
Disposto su tre piani, era munito di due obici da 10 cm in cupola corazzata e di una torre osservatoio. La difesa ravvicinata era invece affidata a 18 postazioni di mitragliatrice. Questo è solo uno dei tanti forti austriaci che si trovano sugli altipiani di Folgaria, Lavarone e Luserna, territori compresi fino al 1918 nel Tirolo di lingua italiana e coinvolti nella Grande Guerra trovandosi sulla linea di confine con il Regno d'Italia. Una bellissima escursione da fare è il giro dei forti in bici, ma questo sarà per una prossima escursione.

forra del lupo folgaria
il forte Dosso delle Somme

forte dosso delle somme folgaria

Da quassù si possono ammirare i ghiacci eterni dell'Adamello, le vette della Valsugana, il Monte Baldo verso il lago di Garda e il monte Pasubio.

trentino
un panorama bellissimo

forra del lupo folgaria
si scende!
L'escursione alla Forra del Lupo è un giro ad anello, questo significa che per scendere si percorre un altro sentiero. Poco prima del forte prendo una deviazione per il rifugio Baita Tonda e inizio la mia discesa verso Serrada. Arrivo al rifugio dopo soli venti minuti di cammino. Purtroppo essendo maggio lo trovo chiuso :( Peccato, sarebbe stata una sosta perfetta per un buon strudel di mele :))

forra del lupo folgaria
rifugio Baita Tonda, peccato averlo trovato chiuso, appuntamento per lo strudel rinviato
Proseguo dritto per la pista da sci e poi entro nel bosco seguendo le indicazioni per il paese di Serrada. Nonostante qualche cartello preoccupante (vedi sotto) che si incontra lungo il percorso continuo la mia escursione in tutta tranquillità ed arrivo al parcheggio dove ho lasciato la macchina dopo circa 1H20 di discesa.

forra del lupo folgaria
discesa ripida
Faccio una sosta per una meritata birra e ammiro in silenzio il verde dei boschi della valle di Terragnolo, con un pensiero al povero Ludwig e a tutto quello che poteva essere questo luogo esattamente cento anni fa.

SCHEDA TECNICA
Lunghezza 3.900 metri
Partenza: Serrada metri 1250 – Forte Dosso delle Somme m. 1660, 1H40
Forte delle Somme – Rifugio Baita Tonda – Serrada, 1H20
Dislivello: 410 metri

NOTA BENE:
Come accennavo all'inizio si può iniziare l'escursione dalla piccola frazione di Zèncheri e salire poi lungo il sentiero SAT 140 raggiungendo la palestra di roccia. Da questo punto l'escursione è la stessa attraverso la Forra del Lupo e si rientra poi a Zèncheri con il sentiero SAT 138 sulla strada dei Togari.
Consiglio si seguire la pagina facebook della Forra del Lupo in merito ad eventuali aggiornamenti e nuove aperture del sentiero.

DOVE DORMIRE
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HOTEL
Club Hotel Alpino
Ospitalità tipica trentina nel cuore di Folgaria



Cosa vedere a Norimberga in un giorno

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Era da molto che desideravo vedereNorimberga. Durante la vacanza dello scorso anno, alla scoperta dei castelli della Baviera, non ho avuto purtroppo tempo per allungare l'itinerario e per visitare questa città, seconda della Baviera in ordine di grandezza, e ricca di energia e fascino medievale.
Questa volta, in visita in terra tedesca più a lungo, riesco ad effettuare la visita di Norimberga in giornata da Monaco. Acquisto alla fermata S-Bahn il mio Bayern Ticket, biglietto che permette di viaggiare illimitatamente sui treni della Baviera tranne che sugli IC e, in circa due ore di comodo viaggio, arrivo direttamente in centro città.
Le cose da vedere a Norimberga sono molte: un giorno non sarebbe sufficiente se si volessero vedere anche i musei, meglio quindi concentrarsi sulle cose principali e scoprire la città passeggiando.
Il mio itinerario alla scoperta di Norimberga inizia dalla chiesa di San Lorenzo, raggiungibile a piedi dalla stazione lungo la Konig Strasse. L'interno colpisce per le sue sculture di santi, cosa insolita per una chiesa protestante, per le sue vetrate del secolo 400 e per il cosidetto Engelsgruss, il saluto dell'angelo nell'Annunciazione.

cosa vedere a norimberga
l'Engelsgruss all'interno della chiesa di San Lorenzo
Attraverso il ponte Museums Brucke ed arrivo in Hauptmarkt Platz, cuore della città e sede del mercatino di Natale più antico e grande della Germania. Al centro sorge la bellissima Schoner Brunner, una fontana gotica, che però trovo in restauro e impossibile da fotografare... peccato!
Sempre in questa piazza si può visitare la Frauenkirche, una chiesa con un carilllon che ogni giorno a mezzogiorno si anima con la sfilata di sette figurine rappresentanti principi elettori davanti all'imperatore.

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Frauenkirche
Continuo il mio itinerario verso nord fino all'Altes Rathaus, municipio, con i suoi Lochgefangnisse, le carceri medievali e con di fronte la duecentesca Sankt Sebalduskirche, la chiesa di San Sebaldo, con un bellissimo interno gotico che custodisce la tomba in bronzo del Santo.

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interno della chiesa di San Sebaldo

Camminando per Norimberga si ha una sensazione che sia tutto così nuovo e pulito. Una ragione purtroppo c'è: il 2 gennaio 1945 i bombardieri alleati rasero al suolo la città, uccidendo 6.000 persone. Negli anni successivi, la scrupolosa ricostruzione (utilizzando la pietra originale) di quasi tutti i principali edifici della città, compresi il castello e le antiche chiese, ha restituito alla città una parte del suo passato splendore.

Proseguo lungo la Bergstrasse e raggiungo la Tiergartnertor, una torre del XVI secolo che apre il cuore medievale della città. Da qui si possono visitare i vicini giardini del castello e camminare per un tratto lungo le mura con bellissime vedute sui tetti di Norimberga.

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il camminamento lungo le mura
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vista sul castello e sulle case antiche di Norimberga
E' questo l'angolo della città che ho sempre desiderato vedere: case a graticcio e scorci pittoreschi.
Nelle vicinanze si trova la casa di Durer, la Duerhaus, edficio che Albrecht Durer acquistò nel 1509 e dove visse fino alla morte e ora museo.

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la Tiergartnertor vista dalla casa di Durer
Attraversando queste case antiche con intelaiatura a graticcio si sale all'antico castello, eretto nel 1039 e fulcro del regno fino a quando, a metà '400, assunse esclusivamente funzioni militari.
Con il biglietto d'ingresso si visitano le varie sale, per la maggior parte con oggetti ricostruiti e non originali (il castello fu completamente distrutto), una sezione dedicata alle armature e il Tiefer Brunnen, un pozzo profondo 50 metri. Abbastanza interessante, ma se alla fine potessi scegliere di nuovo, non visiterei il castello ma opterei per la visita al Germanisches Nationalmuseum, il museo della storia germanica che oggi non ho visitato per mancanza di tempo.

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interno del castello

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il pozzo Tiefer Brunnen
Ora di pranzo e cosa si può mangiare qui a Norimberga di tipico? C'è solo una risposta: Bratwurst. La specialità locale, i wurstel tipici di Norimberga, si possono assaggiare in quasi tutti i ristoranti della città. Io ho pranzato presso il ristorante Goldenes Posthorn, all'angolo con Sebalder Platz, un vero paradiso gastronomico in attività dal 1498. Alla fine ho preso 6 bratwurst con insalata di patate. Ottimo!

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Bratwurst da Goldenes Posthorn
A questo punto proseguo verso sud e faccio una piccola passeggiata per le strade di Norimberga. Attraverso il ponte Karlsbrucke e costegggio un po' il fiume fino ad arrivare al Weinstadel, un vecchio deposito di vini sopra il fiume. Qui forse trovo l'angolo più caratteristico di tutta Norimberga: una serie di ponti di legno costeggiati da salici piangenti e case antiche.
Purtroppo inizia a nevicare di brutto e non mi posso gustare al meglio questo piccolo scorcio dal fascino pittoresco.

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il Weinstadel, antico deposito di vini

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uno degli angoli più suggestivi della città
Una breve sosta in un bar per una cioccolata calda, ebbene sì in aprile :(( e finisco la mia “passeggiata” per Norimberga alla stazione dei treni dove mi aspetta il treno per Monaco.
Passeggiata che è stata messa a dura prova dal meteo: sole, neve, pioggia e vento forte sono stati i protagonisti della giornata; un freddo inatteso che alla fine mi ha fatto rimanere a letto un giorno con la febbre :(( Per fortuna niente di grave, però consiglio sempre a tutti coloro che si mettono in viaggio di stipulare un'assicurazione in modo tale da partire sicuri e avere un punto di riferimento in caso di necessità. Io ho utilizzato Viaggi Sicuri, dove a seconda della destinazione scelta e delle proprie necessità, si hanno a disposizione diverse assicurazioni viaggio a prezzi vantaggiosi. Non mi resta allora di dare l'arrivederci a Norimberga, questa volta in estate e con il caldo!


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